Le origini
Il teatro è posto al primo piano dello storico palazzo Montalto (oggi sede del Collegio S. Luigi), così denominato in onore di papa Sisto V (nativo appunto del paese di Montalto), che lo fondò alla fine del 1500 destinandolo a collegio universitario per i giovani marchigiani e tale rimase fino alla Rivoluzione Francese. A seguito delle soppressioni napoleoniche il palazzo passò a proprietà privata. Solo nel 1873 diventò la sede dell’attuale collegio. È assai probabile che la sala, attualmente adibita a teatro, fosse nella residenza privata soltanto un elegante salone per balli e ricevimenti, in cui la balconata serviva ad ospitare l’orchestra.
Tra Seicento e Settecento
La formazione dei giovani universitari comprendeva, oltre a dispute ed esercitazioni scolastiche, saggi di recitazione, e già nel 1605 si ha notizia dell’esistenza d’un teatro nel collegio, poiché in quell’anno, durante il carnevale, gli studenti si esibirono nel Pastor Fido, dramma pastorale del ferrarese Giovan Battista Guarini. L’attività del teatro seguitò nel Settecento, “sempre con grandissimo concorso di dame, cavalieri, religiosi, e d’uomini e di donne, tanto che le rappresentazioni venivano replicate sino a quattro – cinque volte”. Il Ricci fa menzione ad «un teatrino alzato nel Collegio Montalto», ove nel carnevale 1709 si recitava un’opera, senza altro precisare.
La costruzione del 1879
La necessità di disporre di un adeguato spazio per esercitare quella che può essere definita la ginnastica dello spirito spinse i padri Barnabiti ad affidare all’architetto Francesco Gualandi il progetto di un vero e proprio Teatro, da adattarsi nel salone dei ricevimenti della nuova sede. L’opera fu portata a termine il 15 febbraio 1879.
Struttura e decorazioni
Forma attuale e funzione
Dati tecnici
Il palcoscenico è largo m 5.50, profondo m 4.60, alto m 5.10; è dotato di graticcio originale, capienza della platea 124 posti.
Si tratta di un’opera dall’acustica ottima e di proporzioni molto gradevoli.Il Teatro presenta pianta rettangolare con una balconata a fascia continua, sorretta da mensole con voluta, che corre sui tre lati.
Sul lato corto, di fronte al palcoscenico, essa assume il carattere di loggia (in cui è racchiusa la galleria ora non più agibile) caratterizzata da sottili colonnine che sorreggono cinque arcate a tutto sesto.
Il teatro venne costruito nell’ottica di un progetto di formazione del giovane che doveva comprendere, oltre all’educazione, all’istruzione e all’esercizio fisico, anche la consapevolezza del proprio gestire e parlare in pubblico che veniva perseguita tramite la recitazione, il canto ed il ballo. Il collegio utilizza oggi questo spazio per attività di supporto alla didattica, conferenze, saggi, laboratorio teatrale e saltuariamente per spettacoli a scopo benefico.
Decorazione
La decorazione di gusto eclettico, costituita da elementi in stucco e pitture, è assai ricca ed elegante, in particolare sul soffitto, ove spiccano tre medaglioni ovali con mazzi di fiori e al centro l’allegoria della Fama. Le opere sono di Alessandro Guardassoni, autore delle parti pittoriche insieme a Guglielmo Minelli.
Al Guardassoni si devono in particolare:
la Fama sul soffitto (qui a lato – restaurata dopo che nel 1919 venne danneggiata da un incendio causato da una pellicola cinematografica);
i putti a lato dello stemma del Collegio;
un sipario che raffigura l’incontro di Dante e Virgilio.
Il pavimento a mosaico è opera di Costantino Diana
le porte dipinte sono di Antonio Sacchetti.
Lo Stemma del Collegio
Lo stemma raffigurato nel teatro è costituito da un vascello che esibisce sull’albero maestro il vello d’oro, conquistato ad Argo dal famoso Giasone. In basso sullo sfondo la città di Bologna. Motto: PROPERE ET PROSPERE, invocazione ed allusione agli astri propizi che si scorgono sulla sinistra. Protettore: S. Francesco Saverio. Lo stemma apparteneva all’Accademia letteraria degli Argonauti che, fondata nel XVII secolo, consisteva nell’educarsi nelle belle lettere, nelle arti liberali, disegno, suono, ballo e nelle scienze matematiche oltre che teologiche e filosofiche.