Nel Novembre del 1872 si venne a sapere che era in vendita il palazzo Montaldo: palazzo che era stato fino al 1797 sede del Collegio Montaldo, fondato da Sisto V per i suoi comprovinciali marchigiani. Fra gli acquirenti si presentarono subito i Barnabiti. Immediatamente fu fatto l’acquisto per 160.000 lire. Se ne spesero altre 60.000 per i lavori di adattamento ed il Collegio ebbe la sede sospirata. Il 17 Novembre 1872 i Padri lasciavano via Galliera e via Foscherari per stabilirsi definitivamente in via D’Azeglio nel vasto e bel palazzo Montalto.
Da quel giorno il Collegio prese un andamento nuovo sotto la direzione dei Rettori che seguirono. E prima di tutto si doveva pensare alla Chiesa. La Chiesa di S. Antonio Abate, annessa al Collegio, che era stata fondata nel secolo XIII da certi Frati di S. Antonio, e che nell’ultimo cinquantesimo era stata adibita a magazzino, fu restaurata ed attrezzata a Cappella del Collegio. L’8 Dicembre 1873, per la prima volta dopo tanti anni la bella Chiesina brillava di luci, e risuonava di canti e di melodie sotto l’ispirazione musicale di P. Rosati e l’esecuzione del P. Siciliani che sedeva al nuovissimo organo munito di due tastiere. Vi tornò a fiorire la pietà e la vita cristiana, soprattutto per opera del P Fracassetti, morto in odore di santità, il quale oltre l’assistenza al Convitto, aveva fondato e dirigeva tre associazioni Religiose: Le Zelatrici del S. Cuore, La Buona Morte, la Madonna della Divina Provvidenza.
Inoltre era necessario provvedere il Collegio di un ambiente ricreativo. Ecco allora nel 1875 la sistemazione completa del vasto cortile per i giochi e la ginnastica. Ecco nel 1879 l’inaugurazione del bellissimo teatro stile settecento che tutt’ora rimane uno dei migliori della città. Poi venne il momento dell’attrezzatura didattica più modernizzata. E il famoso P. Rosati lavorerà per ben 10 anni (dal 1884 al 1894) per organizzare il magnifico Museo di Storia Naturale che anche oggi costituisce per i visitatori del S. Luigi una delle cose più interessanti. Altro lavoro importante fu il museo di fisica, iniziato dal P. Siciliani e ampliato dal P. Beati.
Altri lavori di sistemazione e di adattamento furono eseguiti negli anni successivi soprattutto nei locali, che rimangono irriconoscibili ai vecchi Alunni che ritornano a rivedere il Collegio. Ma ciò che ha più valore è l’opera educativa, fatta di prudenza e di bontà, esplicata dalla serie di ottimi Rettori che si sono succeduti nella Direzione del Collegio. Dal primo Rettore, il P. Mongiardini che fu il primo ad introdurre in Collegio il metodo di educazione “famigliare” secondo norme più concrete.
Ma l’attività del S. Luigi non si limita all’educazione della gioventù. Esso apre le porte ad ogni attività religiosa, intellettuale, sociale che miri al benessere morale e materiale della società. Ecco allora che varie ed importanti associazioni cattoliche hanno loro sede nel Collegio S. Luigi: la EU.C.I., la F.I.D.A.E., l’U.C.I.I.M., il Gruppo dei Laureati Cattolici, le Conferenze di Teologia per i laici.
Trecento anni di vita! Poche parole, ma che contengono una somma incalcolabile di lavoro, di sacrificio nella tensione continua dello spirito verso le vette sublimi della verità, della bontà e dell’arte. Le tre cime dello stemma barnabitico, dominate dalla Croce, sono appunto queste tre vette, vita e realtà del Collegio S. Luigi nella sua lunga storia.
La vetta della scienza! Quanti padri, arditi pionieri e guide nel sapere, hanno scalato questa vetta, trascinandosi dietro centinaia e centinaia di giovani che hanno poi illuminato la società! Da P. Ungarelli, che, come primo cultore dell’arte e della storia egiziana, passava le notti sui cimeli e sui geroglifici di quel popolo, al P Rosati, che per dieci anni consecutivi lavorò curvo sopra le migliaia di uccelli e di insetti, imbalsamati dalle sue mani, per formare il bellissimo Museo di storia naturale, al P. Bertelli che fu il primo studioso delle onde sismiche a inventore del primo sismografo.
La vetta della bontà. Se la verità era un desiderio ardente e doveroso, la bontà era un dovere e un ardore desiderato. Dal venerabile Redolfi, uno dei primi professori del Collegio, che è stato il fondatore del primo grande oratorio di Monza, tuttora fiorente, al P. Fracassetti, uno degli ultimi Rettori, morto in odore di santità, the profuse a piene mani 1’amore e la bontà divina, fu il Collegio S. Luigi una palestra di spirito cristiano e religioso.
La vetta dell’arte. Anche il bello ebbe grande parte, e negli atti del Collegio sono ampiamente descritte le famose accademie annuali che attiravano sopra il Collegio gli occhi di tutti i bolognesi, i quali nella storia delle loro Chiese, non possono dimenticare il P. Mazenta, il celebre architetto del Duomo, di S. Salvatore e di San Paolo. Chi poi conosce a fondo la vita del Pascoli, non può ignorare le relazioni intime col P. Rosati, «il caro P. Pietro», con il quale il grande poeta scambiava i poemetti latini. E il celebre Panzacchi compose i suoi primi sonetti in omaggio ai Padri di S. Lucia, ove dimorava come convittore. E se, ultimamente, il grande Casimiri compose delle dolcissime melodie alla Vergine e al S. Cuore, che si cantavano ovunque, fu in collaborazione col P. Bracci, che compose le delicatissime poesie religiose.
Verità – Bontà – Arte: tre grandi valori, tre grandi mete degli educatori e degli alunni del S. Luigi.